Studio Tecnico Macchi - Ingegneria strutturale - Milano


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Ponte strallato sul fiume Rusizi

PONTE STRALLATO SUL RUSIZI

Al confine tra il Burundi e lo Zaire passa il fiume Rusizi, emissario del lago Kivu ed immissario del lago Tanganica.
Il ponte richiestoci, l’unico della zona, doveva essere quello che andava a sostituirne uno di barche portato via da una piena.
La progettazione del ponte sul fiume Rusizi ha richiesto un’attenzione particolare all’
aspetto esecutivo dell’opera: l’obiettivo era quello di progettare un’opera facilmente realizzabile in una zona geograficamente e ambientalmente impervia come quella, anche dalla manodopera locale, abituata ad esecuzioni ben più semplici di un ponte di quelle dimensioni.
Le
caratteristiche idrauliche e naturali del fiume, ben diverse da quelle dei fiumi del nostro continente, hanno rappresentato un fondamentale problema nella progettazione.
La portata che questo fiume riesce a raggiungere é impressionante: il livello dell’acqua può cambiare di 6 o 7 m in poche ore, e il punto di realizzazione era pericolosissimo, anche perché questo fiume e le sue rive sono noti per ospitare i più grossi coccodrilli del mondo. Oltre a costituire un problema progettuale, però, tali aspetti costituivano, unitamente ad altri, un problema esecutivo e gestionale.
Il
ponte strallato rappresentava la struttura più adatta al caso, perché richiedeva soltanto la costruzione di una struttura orizzontale, l’impalcato, e di una struttura verticale, la pila, mentre gli stralli potevano arrivare in cantiere già preparati: ciò non rendeva necessaria una manodopera particolarmente specializzata. L’assenza di maestranze dotate d’esperienza costituiva infatti un problema altrimenti difficilmente risolvibile.
Per la consistente e repentina variabilità della portata del fiume si dovette adottare una soluzione comunque complessa: costruire il ponte in
due parti, una metà su di una riva e l’altra metà sull’altra riva, per poi spingerle sul fiume tramite rulliere fino alla loro unione.
Fasi particolarmente delicate della realizzazione furono la modifica dei valori di carico degli stralli di mano in mano che si procedeva con l’opera, nonché il varo delle due parti e la creazione della continuità dell’impalcato.
La struttura prevedeva così tre campate, due laterali di luce 24 metri e una centrale di luce 60 m, per uno sviluppo complessivo dell’impalcato di 114 metri di lunghezza.
L’impalcato aveva larghezza di 10 m, aumentato a 10,20 in corrispondenza delle pile, per non ridurre la larghezza dei marciapiedi, e le pile erano a sezione circolare, di diametro 1,80 m e altezza 26 m.
Gli stralli erano costituiti da trefoli da 0,6’’ contenuti in una guaina protettiva, quindi iniettati. Le teste di ancoraggio consentivano la messa in tensione individuale degli stralli, e tutti i dettagli costruttivi erano tali da consentire la sostituibilità delle parti nel tempo.
Gli appoggi furono realizzati mediate due apparecchi in neoprene per ogni pila.
Il ridotto numero degli appoggi e l’assenza di giunti intermedi nelle travi offriva una garanzia di
durabilità nel tempo della struttura.
Le svariate problematiche descritte hanno reso complesse non solo la progettazione esecutiva e la realizzazione degli interventi, ma anche l’organizzazione delle fasi realizzative.


VISTA PONTE SUL RUSIZI
FASE COSTRUTTIVA DEL PONTE SUL RUSIZI
VARO DEL PONTE SUL RUSIZI

Vista del ponte

Fase costruttiva dell'impalcato

Varo del semi-impalcato


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